I grattacieli sono lo specifico di New York. A Manhattan
sono un po’ ovunque, ma Midtown, la parte centrale dell’isola, è il quartiere
in cui c’è la maggior concentrazione, compresi gli storici Empire e Chrysler. Leviamoci
subito il dente: ce n’è di belli, e anche di bellissimi, ma l’impressione è che
ai newyorkesi la faccenda sia ben presto sfuggita di mano, trasformando Midtown
nel luogo allucinato e mortifero che è adesso. Il grattacielo è,
concettualmente, una torre. E la torre è fatta per svettare, per essere punto
di riferimento, anche visivo, su un paesaggio sul quale si eleva e che domina
dall’alto. Il Flatiron, il primo grattacielo di New York, è ancora un edificio di
dimensioni relativamente contenute. E la sua collocazione urbana, di sguincio
fra Broadway e Fifth Avenue, gli conferisce, oltre alla forma caratteristica,
un carattere che non è propriamente quello della torre. Il Chrysler e l’Empire
sono invece nati come torri, che si elevavano dritte come fusi su un paesaggio
circostante che all’epoca era notevolmente più basso.
Ora, parliamoci chiaro. Di Manhattan si dice spesso che i
grattacieli sono il naturale risultato dell’indisponibilità di spazio, che ha
spinto a costruire verso l’alto. Che sarà anche vero, per carità. Ma già il
Chrysler e l’Empire, costruiti negli anni ’30 l’uno di seguito all’altro, quasi
in competizione fra loro, raccontano in modo chiaro qual è la verità: che
sospinta dal turbocapitalismo d’assalto che è caratteristica americana fin
dalle origini, è iniziata e da allora non si è più fermata una banalissima,
stupidissima gara a chi ce l’ha più lungo (il palazzo). Esattamente come per le
famiglie nobiliari dell’Italia del cinquecento, con l’unica differenza che qui
le torri sono diventate l’unica tipologia di edificio possibile, e si sono
affastellate l’una all’altra senza il minimo senso urbanistico e architettonico.
Così è nata la gigantesca muraglia urbana che vediamo oggi, che ha ottenuto il
paradossale risultato di annullare l’essenza stessa di questo tipo di
costruzioni, ovvero lo slancio verticale. Ma mica si pretenderà che questi
banchieri e capitani d’industria, questi magnati a capo di acciaierie e
assicurazioni, questi rampolli di dinastie dai nomi altisonanti come Rockfeller
e Vanderbilt, questi veri eroi dei tempi moderni, avessero anche gusto e buon
senso, che diamine. E almeno loro, i primi, il significato delle torri che
stavano costruendo l’avevano ben chiaro. Quelli che sono venuti dopo, spesso
corporation senz’anima, hanno fatto di peggio. E a fronte di una skyline che
poco alla volta è diventata il vero monumento di New York, e che significativamente
è apprezzabile solo se osservata dall’esterno, quello che hanno ottenuto è un luogo
che, vissuto dall’interno, è orribile in modo peculiare. Affascinante e unico
al mondo, certo, ma nondimeno orribile. Concettualmente, Midtown è un monumento
all’avidità e all’idiozia. E in questo senso è un luogo assolutamente meraviglioso.
Ma a entrarci dentro, anche solo a passeggiarci, è oppressivo e straniante. L’orizzonte
visivo è ridotto in modo drastico, il cielo appare solo a squarci, la
luminosità è visibilmente ridotta, i colori abbassati di un tono. Nei casi
peggiori sembra di muoversi sul fondo di canyon di vetro e cemento, uniformati
da un plumbeo color grigio-verde. È architettura per termiti, non per uomini. È
l’individualismo americano che, spinto all’eccesso, ha prodotto il suo opposto, un ambiente che schiaccia l'individuo e lo rende insignificante.
In questo panorama desolante, non mancano le chicche. L’Empire
e soprattutto il Chrysler, quando appaiono all’improvviso, riescono ancora a
togliere il fiato, nella loro eleganza art decò. Il Rockfeller Center è un
complesso di edifici, ancora art decò, costruiti con eccellente criterio urbanistico,
caso più unico che raro. E poi, per fortuna, a un certo punto della storia arrivarono un po’
di architetti europei. Su tutti, Mies van der Rohe. Il Seagram è il suo primo
edificio che vedo dal vivo, e non posso che togliermi il cappello. Nero,
elegante, perfetto nelle proporzioni, con le finestre che mandano riflessi color
ambra. Soprattutto, non gigantesco in modo grottesco come i vicini che gli sono
cresciuti attorno e che oggi lo circondano su tutti i lati. Il Seagram è il
nonno di tutti i grattacieli in vetro e metallo, ma tutte le sue infinite
imitazioni non hanno un briciolo della sua levità ed eleganza. È il grattacielo
più bello di New York, e solo a guardarlo mi riconcilio con Midtown. Almeno fino
a quando, fatti altri due passi, mi ritrovo a Time Square.
Il Seagram è quello della foto?
RispondiEliminaSì, è lui. Ma in foto non rende un decimo rispetto a vederlo dal vivo.
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