E finalmente, la spiaggia. A San Francisco il mare era un’altra
cosa, ma qui ci sono le grandi spiagge che ci siamo abituati a vedere in TV. E
sì, ci sono i bagnini in stile Baywatch:
Il bagno non l’ho fatto che non ero attrezzato, ma l’acqua,
nonostante quello di fronte sia l’Oceano Pacifico e non il nostro piccolo
Mediterraneo, era calda ed invitante. Dall’altra parte dell’Oceano c’è il
Giappone, dove pure sono stato: tecnicamente, questo è quanto di più vicino a
un giro del mondo farò mai in vita mia.
La sabbia è fine, tipo quella di Viareggio, ma la spiaggia è
tutta libera ed è enorme: volendo, i losangeliani possono andare al mare quasi tutto
l’anno senza spostarsi e senza spendere un soldo. L’aspetto suburbano della
città continua anche in questi quartieri balneari: Venice, Santa Monica,
Malibu, da sud a nord e in ordine di crescente eleganza, coprono un range che,
in scala lucchese, va dalla darsena a Marina di Pietrasanta, senza arrivare a
Viareggio ma neanche a Forte dei Marmi.
Venice, che si chiama così perché all’inizio del novecento tentarono
davvero di costruire dei canali in stile Venezia, ospita anche Muscle Beach, un’area
attrezzata per bodybuilders famosa per i primi exploit di Arnold:
Dopo la spiaggia, un giretto veloce in downtown, il
quartiere centrale coi grattacieli. Visto che Los Angeles, in generale, si è sviluppata
in estensione ma non in altezza, il quartiere lo si vede apparire da lontano. Quando
è in vista funge da punto di riferimento, l’unico in questa immensa distesa urbana,
e in questo senso è una vista benvenuta. Dentro, invece, è il solito orribile
conglomerato di uffici rinchiusi in torri che, qui ancor meno che altrove, non
hanno alcun motivo di esistere.
Nel pomeriggio sono stato agli Studi Universal. Il tour in
quelli Warner è stato un’improvvisata, ma qui avevo comprato il biglietto già
da tempo, per cui doppia razione. In realtà Universal ha fatto le cose in modo
assai diverso: ha trasformato parte dei suoi studi in un parco a tema, con
attrazioni ispirate ai suoi film più famosi. Quella principale è proprio il
tour degli Studios, un giro di circa un’ora in cui si passa sì accanto ai
capannoni in cui stanno girando CSI,
ma soprattutto si ha un incontro ravvicinato con Lo Squalo e ci si trova in mezzo (letteralmente, visto che si
tratta di una proiezione 3d a 360 gradi) alla battaglia fra King Kong e i T-Rex
presa di peso dal film di Jackson. Fra gli altri set famosi, tutti in esterni,
il Bates Motel e la casa di Psyco (me
l’immaginavo più grande), il modello di Skull Island usato sempre per il King
Kong di Jackson, l’impressionante aereo schiantato al suolo da La guerra dei mondi di Spielberg, Wisteria
Lane di Desperate Housewives. Tutto molto
interessante, anche se, inteso come vero tour di uno studio cinematografico,
quello Warner era stato più approfondito. Intesa come attrazione di un parco a
tema, invece, niente da dire: trucchi e sorprese a go-go, incluso un finto
terremoto in metropolitana e un’inondazione su uno dei set di Jurassic Park. Ai dinosauri di Spielberg
era anche dedicata un’attrazione ad hoc, una classica montagna russa su acqua
in mezzo ad animatroni dei lucertoloni. Quella più nuova e pompata era tuttavia
una cavalcata in 3d interattivo in mezzo a un’incasinatissima battaglia dei Transformers.
Giornata conclusa, a chiudere il cerchio Warner-DC, con la
visione in Imax dell’ultimo Batman. E via, che siamo quasi alla fine.
Buon viaggio di ritorno!Domani ci rivedremo!
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