Si dice spesso che San Francisco è la più europea delle
metropoli americane. Detta così è un po’ eccessiva, l’Europa resta un'altra
cosa. Ma c’è una parte di vero in questa affermazione. Rispetto alle altre
metropoli americane il ritmo è diverso, le dimensioni sono diverse. Certo, c’è
anche qui un downtown, un quartiere di grattacieli, ma fosse solo per la faglia
di San Andreas che scorre qui sotto, non sono così alti e oppressivi come a New
York. E almeno il più alto e caratteristico di loro, la Transamerica Pyramid,
ha carattere:
Ma per il resto, su e giù per i saliscendi di questa città
nebbiosa, gli edifici sono bassi, con case vittoriane che ancora spuntano qua e
là, come questa, a pianta ottagonale, bellissima:
A San Francisco c’è la vera Chinatown, quella dell’omonimo
film di Polanski, la più grande comunità cinese d’America. Non è un caso che
qui le scritte sulla metro siano in inglese e cinese.
Sul fronte museale mi sono limitato a salutare dall’esterno
il SfMoma, perché ero più che altro interessato all’edificio, e mi sono invece
concesso il piccolo ma carino Museum of Cartoon Art, con originali di tutti i
maggiori autori americani. Bello per il materiale esposto, ma per il resto al
di sotto del nostro standard. Dà da pensare, ma questo è lavoro e se ne riparla
a casa.
E poi ci sono i ponti, l’elemento che davvero definisce la
città in orizzontale e la differenzia dalle altre, caratterizzate in verticale.
Il Bay Bridge sono riuscito a vederlo bene, in un momento in cui la nuvola ha
mollato la sua presa:
Ma il Golden Gate è sempre stato avvolto dalla bruma, per
cui l’incontro ravvicinato è rinviato a domani, quando l’attraverserò.
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