domenica 26 agosto 2012

On the road again


Sono di nuovo in strada. La mia compagna stavolta è una Toyota Prius ibrida, che potrebbe tranquillamente essere l’auto più popolare degli Stati Uniti, visto quante se ne vedono in giro


Il programma di questi giorni è quello di scendere da San Francisco sino a Los Angeles costeggiando la costa della California, e poi usare l’auto per esplorare LA, che è città a misura d’automobile.
In questo primo giorno ho fatto un giro completo della baia di San Francisco, che è un organismo unitario, integrato con la città, e insieme a quella va considerata.


Si passa finalmente il Golden Gate e si arriva nella cittadina di Sausalito, con le sue tipiche boat houses residuato del periodo hippy:



Un po’ di miglia più su c’è l’incontro più emozionante della giornata, quello con le sequoie del Muir National Monument. E c’è poco da dire: se non le vedi dal vivo non puoi renderti conto della maestosità di questi alberi giganteschi. La corteccia ha la consistenza del sughero, ma dentro il legno è duro, compatto, quasi impenetrabile. Ha una consistenza bellissima al tatto, e non mi stupisce che fosse questo il legno usato per costruire le case coloniali, alcune delle quali hanno resistito indenni fino ad oggi.



La parte meridionale della baia è invece occupata dalla famigerata Silicon Valley: San Jose, Santa Clara, Redmond, Mountain View, Cupertino, Palo Alto con l’università di Stanford: sono tutte qui, a un tiro di schioppo l’una dall’altra. I nerd informatici avrebbero di che sbizzarrirsi, ma io non faccio firm-watching, e mi limito a un giro per Santa Clara, che è un po’ il baricentro della zona. Mi basta questo breve giro, comunque, per incrociare le sedi di HP e Cisco.


Chissà perché, pensavo che la Silicon Valley fosse in zona Los Angeles. Invece non mi stupisce che sia qui, in questa città intellettuale e snob, che sta guidando quella che è la vera rivoluzione americana, quella informatica. In teoria il web sarebbe un’altra invenzione del CERN di Ginevra, ma sono stati gli Stati Uniti a fornire l’infrastruttura (essenzialmente, la sua rete satellitare) e a sviluppare gli strumenti (i PC, con tutti gli annessi e connessi) per rendere possibile quello che stiamo vivendo oggi. La globalizzazione informatica è il vero contributo americano alla scienza, alla cultura e alla società mondiali. E come ogni vera rivoluzione porta in sé i germi di ulteriori cambiamenti, e chissà, magari favorirà la crescita di nuovi protagonisti (come la Cina) e porrà le basi per nuovi scenari che metteranno fine all’egemonia americana. Staremo a vedere.

1 commento:

  1. Meno male che hai ammirato anche qualcosa di natura! I leoni marini mi sembrava che ti fossero rimasti del tutto indifferenti. A Palo Alto non c'è anche un grande osservatorio astronomico?

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