Sono di nuovo in strada. La mia compagna stavolta è una
Toyota Prius ibrida, che potrebbe tranquillamente essere l’auto più popolare
degli Stati Uniti, visto quante se ne vedono in giro
Il programma di questi giorni è quello di scendere da San
Francisco sino a Los Angeles costeggiando la costa della California, e poi
usare l’auto per esplorare LA, che è città a misura d’automobile.
In questo primo giorno ho fatto un giro completo della baia
di San Francisco, che è un organismo unitario, integrato con la città, e
insieme a quella va considerata.
Si passa finalmente il Golden Gate e si arriva nella
cittadina di Sausalito, con le sue tipiche boat
houses residuato del periodo hippy:
Un po’ di miglia più su c’è l’incontro più emozionante della
giornata, quello con le sequoie del Muir National Monument. E c’è poco da dire:
se non le vedi dal vivo non puoi renderti conto della maestosità di questi
alberi giganteschi. La corteccia ha la consistenza del sughero, ma dentro il
legno è duro, compatto, quasi impenetrabile. Ha una consistenza bellissima al
tatto, e non mi stupisce che fosse questo il legno usato per costruire le case
coloniali, alcune delle quali hanno resistito indenni fino ad oggi.
La parte meridionale della baia è invece occupata dalla
famigerata Silicon Valley: San Jose, Santa Clara, Redmond, Mountain View,
Cupertino, Palo Alto con l’università di Stanford: sono tutte qui, a un tiro di
schioppo l’una dall’altra. I nerd informatici avrebbero di che sbizzarrirsi, ma
io non faccio firm-watching, e mi
limito a un giro per Santa Clara, che è un po’ il baricentro della zona. Mi
basta questo breve giro, comunque, per incrociare le sedi di HP e Cisco.
Chissà perché, pensavo che la Silicon Valley fosse in zona
Los Angeles. Invece non mi stupisce che sia qui, in questa città intellettuale
e snob, che sta guidando quella che è la vera rivoluzione americana, quella
informatica. In teoria il web sarebbe un’altra invenzione del CERN di Ginevra,
ma sono stati gli Stati Uniti a fornire l’infrastruttura (essenzialmente, la
sua rete satellitare) e a sviluppare gli strumenti (i PC, con tutti gli annessi
e connessi) per rendere possibile quello che stiamo vivendo oggi. La
globalizzazione informatica è il vero contributo americano alla scienza, alla
cultura e alla società mondiali. E come ogni vera rivoluzione porta in sé i
germi di ulteriori cambiamenti, e chissà, magari favorirà la crescita di nuovi
protagonisti (come la Cina) e porrà le basi per nuovi scenari che metteranno
fine all’egemonia americana. Staremo a vedere.
Meno male che hai ammirato anche qualcosa di natura! I leoni marini mi sembrava che ti fossero rimasti del tutto indifferenti. A Palo Alto non c'è anche un grande osservatorio astronomico?
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