lunedì 13 agosto 2012

Fallingwater


E finalmente si va per strada. Ho sempre voluto vedere Casa Kaufmann, la famosa Casa sulla Cascata di Frank Lloyd Wright. Siccome sapevo che era in Pennsylvania, pensavo di fare una deviazione da Philadelphia. Salta fuori invece che è più vicina da Washington, ergo si triangola: ho noleggiato un’auto all’aeroporto di Washington, intitolato a Ronald Reagan e vicinissimo alla casa di quel giandone di Carl Gregory, da riconsegnare domani a quello di Philadelphia. In totale circa 500 miglia in due giorni. La macchina è una Ford Fusion, tipica macchinozza (ma non troppo enorme) americana, che vedete qui in tutta la sua gloria:



 
Guidare negli States non è poi così diverso che da noi. Fatta l’abitudine al cambio automatico, ad autostrade che vicino alle grandi città sono anche di 4-5 corsie, a limiti di velocità un po’ più severi dei nostri, si va tranquilli. Fallingwater è in una zona decisamente rurale, per cui, appena lasciatasi alle spalle l’area metropolitana di Washington, la strada si infila direttamente nella natura. Ora, non so se questa sia già definibile come “America profonda”, ma un po’ di cose, attraversandola, le si capisce al volo. Esistono due americhe nettamente distinte, quella urbana concentrata nelle megalopoli sulle coste e quella rurale dei grandi spazi interni. La densità abitativa è molto più bassa di quella a cui siamo abituati attraversando le campagne italiane, e laddove le nostre sono punteggiate da villaggi ben identificabili come piccole comunità, che identificano un tessuto connettivo di insediamenti in continuità fra di loro e con le città circostanti, qui si incontrano al più gruppi di case isolate, senza che passi mai l’idea di “paese”, o si percepisca una qualche forma di “continuità”. Quel che si percepisce, piuttosto, è un’idea di “isolamento”. Anche i centri un po’ più grandi, come questo Somerset in cui ho preso una camera e da cui sto scrivendo queste righe, sembrano avere come unico collante il semplice fatto di esistere in mezzo ad un mare di nulla, come tanti buchi neri alla deriva. Di colpo mi spiego la tipica “cittadina americana di provincia” così come appare in molti film, una specie di universo chiuso e autoreferenziale, in cui si fanno le cose a modo proprio e non si tollerano interferenze dall’esterno. Come quella del primo Rambo, per intenderci, o di tanti film horror. Qui sì che si vedono quei pick-up e furgoni giganteschi tipicamente americani (nelle città ormai sostituiti dai SUV, che altro non sono se non la loro versione imborghesita), portati in giro con la stessa disinvoltura con cui nelle nostre campagne si portano le Panda 4x4. Qui sì che ti immagini tutti col fucile da caccia, cappellaccio in testa, che dopo la battuta si trovano a bere nel classico “diner” sulla strada. È davvero un altro mondo.

E Casa Kaufmann, infine, com’era? È presto detto: una meraviglia da mozzare il fiato. Se l’articolazione dei volumi, il gioco dei pieni e dei vuoti, il contrasto armonico fra orizzontale e verticale si intuivano anche dalle fotografie, nulla come una visita diretta può far capire cosa intendesse Wright parlando di stile “organico”, per cui l’edificio nasce in relazione al sito specifico, in armonia con la natura ed il contesto locali. Non c’è dettaglio, esterno od interno, che non sia pensato in funzione del luogo e dell’effetto di integrazione armonica con l’ambiente naturale che Wright voleva ottenere. Un capolavoro assoluto e un manifesto teorico al tempo stesso, la cui fama non è affatto usurpata.




5 commenti:

  1. Scusa la mia ignoranza,ma per quale motivo è stata costruita?E ora cosa c'è?

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  2. Mi sembra che tu ti stia proprio immergendo nell'America.E' quello che volevi!Mandaci anche qualche notizia su di te.Stai bene?Quello che ti sei comprato ti serve?Come ti trovi con la lingua?Ed ora notizie mie.Sono tornata stamani,martedi 14,da Gello dove è tutto a posto.Domenica scorsa vennero tutti su e tornarono via la sera;la stessa sera c'è stata la luminara ed ieri la festa patronale dei santi Ippolito e Cassiano.Domani,15 agosto, andrò a casa di Ilaria,causa problemi turni di lavoro,ci dormirò e tornerò a Lucca giovedi mattina.Venerdi mattina conto di tornare a Gello anche perchè sta arrivando Caligola (settima ondata di caldo africano della stagione)che durerà fino al 24 circa.Sto bene,ti penso e ti auguro buon proseguimento di viaggio.

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  3. Grazie per l'aggiornamento, mi pare che anche tu stia guidando molto. Qui tutto bene, con la lingua non ho problemi e lo stesso con il bagaglio, che mi pare di avere azzeccato. I tessuti tecnici sono una manna: comodi, pratici, e davvero si asciugano dalla sera alla mattina.
    Tornando alla casa, fu costruita negli anni trenta come residenza di campagna per la ricca famiglia Kaufman. Ora è una specie di museo: si paga il biglietto e si visita in piccoli gruppi.

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  4. Ieri,a casa di Ilaria, abbiamo trovato il tuo blog sul loro computer.Ivan si è divertito a guardarlo e ti voleva scrivere,ma non ci siamo riusciti.

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  5. E' che dovete avere un indirizzo di posta con gmail, come quello che ho fatto a te. Penso che Ilaria ce l'abbia, ma non mi stupisce che non lo sappia usare :P

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